Una città aggredita dal cemento

04/09/2009

il Gazzettino

L’adozione del Piano Chipperfield, che trasformerà la zona dell’Altanon, non piace alla gente

«Una città aggredita dal cemento»

I cittadini non capiscono perché si costruisca ancora quando ci sono un migliaio di invenduti

Venerdì 4 Settembre 2009,

Feltre

Alla gente non va giù l’adozione del Piano Chipperfield. A pochi giorni dal complicato e discusso passaggio consiliare del piano (inserito ieri nella rete Facebook) che detta le basi per le nuove realizzazioni nell’area dell’Altanon, nei pressi della stazione ferroviaria, il pensiero dei cittadini intervistati tende a sfavore dei passi compiuti dall’Amministrazione Comunale.

Al bando il cemento e via libera alla realizzazione di aree verdi o comunque di edilizia che non “distrugga” il paesaggio cittadino. Questo è in sintesi la voce dei feltrini in merito alla nuova realizzazione edile che sorgerà all’Altanon. Un pensiero comune che porta a pensare che i cittadini non sentano il bisogno di altro cemento o quantomeno, se cemento deve essere, lo sia con intelligenza.

«Non capisco perchè – commenta Alessandro De Zordi – sia necessario continuare a costruire in una città che ha già una buona quantità di abitazioni sfitte. Mi sembra eccessivo aggiungere ancora cemento al cemento. Capisco magari la realizzazione dell’area commerciale ma non degli appartamenti, io personalmente sarei più favorevole alla sistemazione dell’area con una zona verde o con qualcosa che si utilità agli abitanti». Della stessa opinione anche Francesco Schenal: «Quel poco che ci è stato presentato non mi sembra si integri bene con le costruzioni esistenti. Non posso dir altro che è uno schifo. Ovviamente dipende dai punti di vista, io preferirei un laghetto, un parco, insomma una zona dove anche gli anziani possano respirare un po’ d’aria».

Opinione a sfavore arriva anche da un’altra testimonianza: «Idea assolutamente negativa – dice Sara Dalla Corte assieme al figlio Daniele – e penso di non essere l’unica. A Feltre c’è molto “invenduto”, molto commerciale e molto in costruzione. Secondo me è la costruzione sbagliata, nel posto sbagliato». L’esempio degli appartamenti invenduti viene ripreso anche da altre persone intervistate come per esempio Manuel Molin e Letizia Morello: «Possiamo portare all’attenzione l’ex Manifattura Piave che attualmente è una delle strutture che ha ancora molti appartamenti a disposizione degli acquirenti e la possibilità di apertura di attività commerciali. Forse è meglio sfruttare quello che già esiste nella città di Feltre senza puntare a nuove realizzazioni».

Anche Laura Faoro punta il dito contro le abitazioni sfitte già esistenti: «Se non ricordo male ci sono circa 1000 abitazioni in cerca di proprietario nel territorio feltrino. Credo sia più necessaria un’area verde magari attrezzata come parco giochi». A detta di molti sarebbe necessario creare una zona di ritrovo, come quella esistente a nord del supermercato Famila al Pasquer, con relativo campo da pallacanestro, pallavolo o calcetto. C’è comunque chi accetterebbe un’edificazione ma con le dovute cautele. È l’esempio di Sara Brandalise: «Credo che la realizzazione di un’area commerciale nei pressi della stazione potrebbe anche andar bene. Ma fatta questa, secondo me, sarebbe necessario rivedere la progettazione del resto del Piano che comprende nuove abitazioni che forse a Feltre non sono proprio necessarie».

Quelle riportate sono solo alcune delle dichiarazioni raccolte. Gli abitanti di Feltre chiedono soprattutto una realizzazione fatta con intelligenza che porti qualcosa di utile alla città.

Daniele Mammani

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